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Premessa


Non ricordo la data precisa, probabilmente intorno ai primi giorni del mese di giugno 2013 quando, inaspettata, mi arriva una telefonata da un signore che non conosco e che si qualifica come Lorenzo Pacini di Lucca e, dopo un’ampia ed esauriente presentazione dello scopo della sua telefonata, mi chiede se sono disponibile ad andare a visitare con lui  un artista di cui si sta occupando e che,  secondo il suo parere, vale la pena di conoscere in modo più approfondito.

La proposta mi lascia in un primo momento un po’ perplessa poi, considerando la dettagliata spiegazione del Pacini e, soprattutto, l’entusiasmo sincero che sento nella sua proposta, preso atto anche dell’età dell’artista, classe 1926, che certo deve essere ricco di una lunga esperienza professionale, deduco che l’incontro può rivelarsi  molto interessante. Si decide di andare a fargli visita. Inizia dunque questa bella storia.


La visita alla casa- studio dell’artista


Uno spiazzo esterno, probabilmente un’aia di un antico cascinale, una fila di case a due piani , allineate, tra queste vi è la casa  dell’artista. La facciata è semplice e un po’ anonima, come le altre, e non ti aspetteresti ciò che scopri appena si apre la porta: si presenta una figura alta, snella , con un volto nobile e raffinato, i capelli bianchi, è il Maestro Passani  che ci accoglie con grande cortesia e ci invita ad entrare.

L’interno si presenta come un ambiente accogliente e accativante, in cui la direzione dello sguardo non può cessare di andare da un lato all’altro delle pareti perché attratta  da quello che esse contengono.

Ti sorprende anche perché vi è un totale contrasto con l’aspetto rurale dello spiazzo esterno, è come trovarsi in un castello incantato.

E’ una casa-atelier, ricchissima di cose belle, messe insieme  con grande gusto: oggetti di forme diverse  e multicolori, arredi e suppellettili stilisticamente diversi ma i cui accostamenti rendono la casa una sorta di grande scrigno; soprammobili di gran gusto, mobili d’epoca che ne affiancano altri più semplici e decorati dall’artista stesso. E le pareti sono piene, fino al limite dello spazio disponibile, di oggetti molto interessanti e di quadri dell’artista.

E’ una casa affascinante e protetta da occhi indiscreti proprio dall’anonimato degli edifici gemelli di cui fa parte.

Dopo lo stupore iniziale, superato l’impatto emotivo, la sensazione che mi coglie mi riporta a quella che nel Medioevo veniva definita “ horror vacui ”, nel senso che le chiese erano riccamente decorate con pitture e sculture a tema sacro, dato che quei  muri con il loro gran numero di immagini  servivano a scopo didattico.

L’affollamento iconografico era così intenso da far pensare che gli artisti che eseguivano quelle opere avessero paura di lasciare degli spazi vuoti. 

Casa Passani  ha lo stesso effetto stupefacente, comparabile a quello vissuto dai fedeli che, essendo analfabeti, potevano “ leggere” solo nei “libri di pietra” le storie bibliche o le storie legate alle attività che caratterizzavano i “ mestieri ” di quel tempo.

Questa casa è “affollata” dei frutti del lavoro di una vita vissuta con l’arte e dentro l’arte, frutti che sono presenti e vivi e che lo sguardo del visitatore, rivolto  in tutte le direzioni, può osservare con attenzione.

Pareti che testimoniano, oltre che il raffinato gusto della famiglia e del padrone di casa, la pienezza e la pluralità di direzione della ricerca poetica del maestro Passani, con un lavoro costante e articolato nel tempo, ma svolto nell’intimità della sua casa-studio; come un eremita che ha bisogno di silenzio e di concentrazione per la preghiera, anche l’artista  ha praticato e pratica la sua preghiera laica,  rimanendo lontano dal frastuono delle molteplici manifestazioni artistiche contemporanee, a volte anche vuote di sostanza.

Egli continua a operare nel silenzio e nell’isolamento, senza interruzioni che possano disturbare la sua ricerca  o distrarre il suo pensiero creativo. Forse anche per questo ha scelto di non esporre i suoi lavori negli ultimi trent’anni.

Ma la visita nella casa-studio del maestro ha messo in luce anche la generosità e il mecenatismo, oltre che la passione per l’arte, di Lorenzo Pacini che ha intuito per primo come fosse necessario far emergere dal silenzio  Gualtiero Passani.


Curriculum formativo e  artistico


Il Professor Passani , che ha insegnato per anni Disegno e storia dell’Arte nelle scuole  superiori, ha ereditato il suo talento artistico sia dal nonno sia dal padre, entrambi pittori; la sua formazione si conclude con il Diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, sua città natale. Successivamente, desideroso di perfezionare le proprie competenze professionali, decide di andare a Vienna per frequentare una prestigiosa scuola di acquerello, tecnica molto amata e congeniale all’artista, corso che concluderà brillantemente con una mostra-premio  allestita presso la stessa scuola viennese.

Rientrato in Italia Passani, sarà promotore di un sodalizio denominato “Arti Figurative” con l’intento di  radunare il maggior numero di giovani per dibattere e divulgare l’arte tra loro e il pubblico.

Durante il periodo della partecipazione alle manifestazioni artistiche pubbliche il suo curriculum si arricchisce di prestigiosi  premi e importanti segnalazioni da parte di personaggi significativi del mondo dell’arte, tra i quali spiccano per l’incoraggiamento  e il sostegno dimostrato al Passani  per la sua partecipazione ad una mostra  collettiva importante presso la Pinacoteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, il poeta, critico letterario e storico dell’arte Alessandro Parronchi e lo scultore Arturo Martini. Il suo nominativo risulta presente nel Bollettino della Biennale di Venezia del 1956. Nel 1960, come ulteriore testimonianza della sua bravura,  saranno acquistate, da parte del segretario personale dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, due opere  da collocare nell’ ufficio presidenziale.  Sue opere sono  presenti  presso Enti e Uffici Pubblici quali la Biblioteca Civica di La Spezia, la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, il Gabinetto Disegni e Stampe  dell’Università di Pisa, il Consolato Italiano a Vienna.


Ricerca poetica


Gualtiero Passani  è nato nella prima metà del Novecento, e questo è stato indubbiamente positivo perché gli ha permesso di poter respirare fin da giovane  un’atmosfera culturale così innovativa ed effervescente da consentirgli di conoscere e poi sperimentare in tutte le direzioni  le molteplici novità esplose fin dalla seconda metà dell’Ottocento, quando, a partire dall’Impressionismo si verificherà una delle prime svolte significative e dirompenti per la storia dell’arte, ed in particolare per la pittura. E’ questo il periodo nel quale nasceranno molti altri movimenti artistici che, nel loro sviluppo, spesso caratterizzato da forte atteggiamento critico e provocatorio nei confronti della società e della tradizione, daranno anche luogo alle cosiddette “ Avanguardie Storiche”, gruppi di artisti associati che rivoluzioneranno non solo l’arte ma anche il ruolo e la figura dell’artista e il suo rapporto con la società. A partire da questo momento si dovrà prendere atto  della separazione tra arte e bellezza e tra arte e armonia delle forme, che fino ad allora nessuno aveva mai  messo in discussione. Ma è interessante sottolineare  uno degli aspetti innovativi che parte da questo periodo e cioè il moltiplicarsi dei metodi e delle tecniche legate alla produzione artistica: il “fare arte” diventa sperimentazione totale che si volge in tutte le direzioni.

Passani, superata la fase di formazione e di conoscenza e orientamento nel panorama culturale italiano ed europeo, inizia in modo più approfondito la sua ricerca poetica a  partire  dalla seconda metà degli anni Quaranta fino a tutti gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.

Tra gli anni Sessanta e Settanta, trasferitosi a Lucca, inizia a lavorare  su temi legati al paesaggio e alla figura umana, resi con tecniche diverse tra le quali il collage su supporti di vario tipo. In parallelo prosegue anche con la pittura figurativa, non intesa in senso freddamente accademico.

Gli anni Ottanta lo vedono coinvolto con grande entusiasmo nel disegno, che non ha mai abbandonato, che ama fin da ragazzo e per il quale ha sempre ricevuto notevoli e meritatissimi apprezzamenti. Lavora molto con l’acquarello con grande padronanza sia della tecnica sia per la grande leggerezza della pennellata dal tocco incantevole,realizzando una serie di paesaggi e di figure di straordinario fascino. Questo è anche il momento in cui l’artista rielabora tematiche degli anni Cinquanta, e si applica al tema delle “piogge”: sono opere che propongono suggestioni legate alle atmosfere autunnali  del paesaggio, riconducibili anche alle opere di soggetto paesaggistico ligure - apuano.

Inizia anche la sperimentazione sull’assemblaggio di materiali  diversi e si capisce che la ricerca sta indagando a ventaglio sul Futurismo, sull’Espressionismo, l’Informale, il Dada, la Metafisica.

Passani dimostra così di non aver paura delle “contaminazioni culturali”, un metodo che non è affatto nuovo perché in modo più o meno pronunciato  è stato praticato da tutti gli artisti, inclusi quelli del calibro di Gauguin, che è forse uno degli esempi più eclatanti di contaminazione; egli infatti effettua nella sua ricerca straordinari passaggi tra modelli stilistici e figurativi diversi; si pensi, per esempio, al primitivismo tahitiano, un mondo sconosciuto e richiamato in tutto il suo fascino. Le contaminazioni quindi sono portatrici di novità nella ricerca, danno la forza di rompere gli schemi e di lanciare ponti verso nuovi linguaggi, senza queste cesure la storia dell’arte sarebbe rimasta una sorta di lunghissimo riassunto di esperienze circoscritte e ripetute all’infinito.  

Fra i movimenti  artistici d’Oltralpe, uno dei suoi primi riferimenti  è certamente quello impressionista che,  nonostante la breve durata , è stato  di stimolo per tutte le  grandi innovazioni interessanti e ritenute fondamentali in tutta l’arte coeva e successiva.

Tra questi artisti Passani ha guardato e meditato in particolare su Pissarro, Degas, Renoir, Toulouse Lautrec. Ma più che ricercare legami diretti rintracciabili nei singoli artisti, nelle sue opere si deve evidenziare come egli riesca a fondere mirabilmente gli stimoli esterni con la sua grande esperienza tecnica  e la capacità di  rielaborarli in modo del tutto autonomo.

Valgano come esempi il particolare fascino e l’emozione del colore e della struttura impeccabile dei paesaggi di Pissarro, o le delicate e vaporose emozioni cromatiche di Renoir,ma  anche la potente novità di Cézanne, che fornirà le basi per il cubismo, e l’impeto già espressionista di Van Gogh o il nuovo modo di sentire e trattare il colore di Gauguin; e più avanti  la velocità futurista e la metafisica. E l’elenco potrebbe allungarsi  ancora.

Qualche affinità nel primo periodo di Passani è possibile ricondurla alla bellezza  di alcune opere di Pissarro,  soprattutto intorno ai temi legati al paesaggio, nelle opere in cui ritrae  alcune vedute della sua terra natia, il meraviglioso paesaggio ligure - apuano, con particolare riferimento ad alcuni scorci dei paesini che si snodano  su strade curvilinee  che si inerpicano su per i monti o si aprono su piccole piazze; sono opere piene  di un’atmosfera autunnale bellissima, trasmessa con una grande intensità lirica e notevole sapienza cromatica e compositiva. 

Anche rispetto a  Toulouse  Lautrec si possono notare affinità culturali interessanti, prima di tutto perché  Toulouse  Lautrec  ha voluto sperimentare continuamente per tutto l’arco della sua vita, poi li accomuna  anche la grande capacità di disegnare; in entrambi il segno ha un tracciato sicuro, fresco e guizzante, a volte quasi chirurgico. Altra affinità è nel tema legato alle prostitute,  pur essendo diverso l’ambiente preso in esame: in Lautrec  le donne sono collocate nei luoghi preposti alla loro attività, anche se non sono mai rappresentate in pose volgari o ammiccanti; neppure Passani  interpreta in modo volgare la figura della prostituta, egli  però colloca generalmente l’azione in un ambiente semplice e casalingo, intimo e arredato in modo semplice, quasi spartano: spesso è una camera da letto, in secondo piano si vede un ometto anziano e seduto su di un lettuccio con un  paio di occhiali scuri che segnalano la cecità, ma egli è collocato lontano dalla donna che, in primo piano, si sta  spogliando o rivestendo. L’atmosfera è priva di emozioni e tra i due personaggi non c’è dialogo. Passani, dotato di senso critico e di sufficiente ironia, sembra prendere benevolmente in giro la categoria maschile e in particolare gli anziani, quindi un poco anche se stesso: in quasi tutti i temi legati alla figura femminile, egli colloca la donna in primo piano, in posizione predominante. Secondo il suo pensiero “ la donna è sempre preminente”, anche quando si concede alle grazie maschili ella  è dominante sull’uomo.

L’artista in epoca successiva apprezzerà la ricerca dei Fauves e in particolare quella di Matisse, sia nella sua prima fase, più precisamente legata allo stile fauve, sia nella produzione seguente dominata da bellissime forme sintetico-decorative legate alla ricerca  dell’ultimo periodo.

La poetica di Passani continua a stupire ancora, il suo talento non resta mai immobile,  ma continua a sperimentare, la produzione spazia dal futurismo  all’espressionismo, alla metafisica, all’astrattismo e fino all’informale.

Egli ha voluto dare libero corso alla propria ricerca poetica osservando tutti e tutto, ma rimanendo comunque libero da ogni influenza e volendo fortemente  comunicare le sue emozioni  in qualunque direzione queste andassero. Si manifesta in lui lo stesso spirito libertario di Maurice de Vlaminck , uno degli artisti più interessanti del movimento dei Fauves, per carattere e per produzione pittorica, che affermava della sua ricerca :  “ E’ difficile distribuire l’opera del pittore in periodi distinguibili  e databili ” , ed era anche del parere che  la sua verità doveva essere proiettata su tutto ciò che lo circondava, e pazienza se i mezzi per dirlo potevano anche ripetersi.

Gualtiero Passani possiede la stessa energia comunicativa, desiderosa di rinnovarsi ogni giorno, sicuro e supportato dalla sua esperienza e dal suo legame forte con l’arte che definisce “ l’amante più esigente ”.

Lo storico dell’arte ungherese Arnold  Hauser  scriveva :"Non si può adeguare l'arte alle ristrettezze mentali delle masse odierne ,ma questa può avere la funzione di allargare, per quanto è possibile, il loro orizzonte. E poi è quasi impossibile affermare sull'arte qualcosa di cui non si possa sostenere anche il contrario. L'opera d'arte è forma e contenuto,confessione e inganno, gioco e messaggio, funzionale e inutile, personale e impersonale."


Passani, mosso da grande curiosità intellettuale, ha continuato a lavorare affrontando nuovi percorsi e ancora oggi non ha paura di rivedere criticamente la sua precedente produzione, sa anche andare oltre la sua ricerca,  correggendo e rinnovando ciò che gli sembra errato o superato; si è sempre tenuto aggiornato sull’evolversi dei linguaggi ed ha continuato a  sperimentarli.

L’artista è ancora  oggi magnificamente impegnato nel suo lavoro, egli ha raggiunto un’autonomia espressiva maturata nel corso di lunghi anni di intensa attività ed è ancora capace di sentire con la pienezza della sua esperienza la “grande gioia di dipingere “.






  

Percorso emozionale fra le opere pittoriche di Gualtiero Passani.

Maria Rosa Venza